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La mancina del ponte caricatore

«…Che traffico intorno a quel ponte! È un continuo andirivieni di navicelli, di carri pieni di marmi, di uomini. Su tutti domina la Mancina…»
Giorgio Giannelli – “La Bibbia del Forte dei Marmi”, 1970 – Ed. Versilia Oggi

Nel 1877 sulla punta estrema del Ponte Caricatore di Forte dei Marmi fu collocata la Mancina, una potente Gru di Ferro massiccio usata per deporre il carico nelle stive dei bastimenti e così chiamata perché girava solo sulla sinistra. Quando nel settembre del 1943 il Ponte Caricatore fu abbattuto perché considerato possibile appoggio per le truppe nemiche anche la Mancina colò a picco nel mare.

La prima iniziativa di recupero avvenne nel settembre del 1986 ad opera dei sub Giuseppe Lottini ed Enrico Boncompagni. Il 24 novembre 1993 Giuseppe Foffa, presidente dell’Associazione dei Lavoratori del Mare, riprese l’operazione per realizzare un monumento in memoria della Mancina e con l’idea di accorpare i pezzi recuperati, affidò il progetto all’architetto Tito Salvatori; l’inaugurazione si tenne il 1° maggio del 1995. Tra i promotori si ricordano: Emilio Barberi medaglia d’Oro al Valore Militare, i capitani Ettore Polacci e Galliano Raffaelli, i marittimi Luciano Figliè e Luciano Luciani.

Nel basamento, posto in opera da Ennio Bazzichi, impresario edile e Cavaliere della Repubblica, sono incastonati tre bassorilievi di marmo bianco di Carrara realizzati dallo scultore Rino Giannini (Nota 1) che raffigurano l’arduo lavoro del trasporto dei marmi dalle cave delle Alpi Apuane al Ponte Caricatore.

Nel gennaio del 2017 ad opera dei Sub Versilia di Forte dei Marmi alla guida del presidente Primo Cardini fu fatto l’ultimo recupero di altri resti della Mancina; il braccio della vecchia gru giace ancora sul fondale.

L’armonia scultorea del disegno architettonico fu concepita per delimitare uno spazio geometrico nel quale osservare la Mancina in ogni suo aspetto. Venne così concepita un’entrata definita da due piccole colonne, una passerella per invitare il visitatore verso l’opera e due panchine dal morbido design. Una targa in ottone collocata sul basamento marmoreo del Monumento e due cippi marmorei completano l'apparato celebrativo della piazza (Nota 7).

Sull’intera composizione marmorea ancora domina la Mancina poggiata su di un simbolico blocco di marmo con la scritta frontale: "Ai lavoratori del mare". Con queste parole si vuole ricordare il duro lavoro di un tempo ormai lontano ed un paesino in riva al mare cresciuto attorno al Fortino Leopoldo I.

Monumento alla Mancina - Piazza Lavoratori del Mare - Via Spinetti angolo Viale Italico - Forte dei Marmi

I bassorilievi in marmo

Lo scultore Rino Giannini venne incaricato dall’Amministrazione Comunale di Forte dei Marmi di realizzare tre bassorilievi raffiguranti il trasporto dei blocchi di marmo dalle cave delle Alpi Apuane al Ponte Caricatore.

LA VETTA IN CAVA

Marmo Bianco di Carrara, 1995, h 30 x b 154 cm

Nel primo rilievo Rino Giannini narra il trasporto del marmo dalle cave al mare dai tempi più antichi a quelli moderni e lo rappresenta in uno scenario di tre atti. Con l’immagine al centro vuole raccontare la lizzatura, antico sistema di trasferimento di blocchi di marmo squadrati che venivano imbracati alla slitta con corde di canapa. La slitta scivolava su pali di legno lungo la Via di Lizza, strada inclinata a zig zag che dalla vetta in cava scendeva fino al poggio, scalino utilizzato per caricare i blocchi sul barroccio in legno trainato da buoi. La Via di Lizza è stata usata fino agli anni ‘60 del Novecento ed oggi caratterizza il territorio delle Alpi Apuane. Nel lato opposto viene scolpita la locomotiva, rivoluzionario mezzo meccanico che dalla Galleria del Cipollaio (Nota 2) scende a valle fino al Ponte Caricatore di Forte dei Marmi.

IL PASSAGGIO DAL PAESE

Marmo Bianco di Carrara, 1995. h 30 x b 154 cm

Nel secondo rilievo in primo piano il Maestro raffigura il barroccio che «...trainato dalla formazione di sei coppie di buoi...» passa da Forte dei Marmi per arrivare dritto al carrello con rotaie. Carrello pronto al carico e al trasporto del marmo lungo il Ponte Caricatore fino alla Mancina. In questa raffigurazione l’artista vuole richiamare alla memoria anche il passaggio del trasporto da trazione animale a trazione meccanica. Sullo sfondo si riconosce Piazza Giuseppe Garibaldi con le opere che ancora caratterizzano il centro del paese come: il Fortino Leopoldo I attorno al quale venivano lasciati blocchi o lastre di marmo in attesa di essere caricati sui navicelli; il Pozzetto con donne nell’atto di prendere l’acqua per rifornire le imbarcazioni in partenza o abbeverare gli animali; la Fontana Nasone, così affettuosamente chiamata dai fortemarmini (Nota 3); Quattro Pini che rappresentano una delle caratteristiche piante dei nostri luoghi e, nel numero, il “Quarto Platano”, cenacolo di artisti e intellettuali che «...Sotto le molli ombre...» in creativo pensiero si riunivano. Sull’edificio retrostante oggi si trova una targa in loro memoria (Nota 4). Nel lato sinistro della formella Giannini inserisce due contadini con telaio di legno che caricano il fieno sul carretto per ricordare il duro lavoro dei campi e la mietitura. Tema quest’ultimo più volte rappresentato su tela da grandi pittori come Carlo Carrà in “Casa Colonica a Forte dei Marmi”, Arturo Dazzi con “Pagliai” o Eugenio Cecconi in “Il Ritorno delle Fienaiole” e molti altri. Una visione che per il Maestro è vivo ricordo di bambino tanto da descriverla con voce commossa e occhi lucidi immersi nel passato (Nota 5). Come ultimo atto di un rievocativo scenario, Giannini delinea una barca in secca per ricordare i Maestri d’Ascia, qui presenti dai primi dell’800 fino agli anni ’70 del secolo scorso (Nota 6).

IERI COME DOMANI

Marmo Bianco di Carrara, 1995, h 30 x b 154 cm

Nel terzo rilievo sono raffigurati sullo sfondo il Fortino Leopoldo I, il Campanile della Chiesa di Sant’Ermete (Santo Patrono del paese), diverse abitazioni, la macchia mediterranea e «… barche su pali di legno che in questo caso indicano la domenica, il giorno di riposo...». La Mancina viene messa in risalto dalla prospettiva del Ponte Caricatore le cui linee di fuga accompagnano lo sguardo verso le cave di marmo tracciando un percorso virtuale che ci riporta alla “Via di Michelangelo”, lungo la quale tutto ebbe inizio.

Il Maestro fa una pausa. Volge il pensiero lontano dalle forme che lo circondano e riprende a parlare: in segno di saluto ho raffigurato un navicello in partenza, sembra avviarsi verso tempi moderni per arrivare ai giorni nostri e ricordare che la Mancina è uno spaccato della storia di Forte dei Marmi.

Note

Nota 1

I bassorilievi sono stati realizzati dallo scultore Rino Giannini (10 aprile 1939 - 7 gennaio 2022, Pietrasanta). La descrizione risale ad una sua intervista del 05-04-2018 presso la Sala Giunta del Municipio di Forte dei Marmi in Piazza Dante condotta da Elisabetta Mattugini, istruttore amministrativo settore Cultura e Turismo del Comune di Forte dei Marmi.

Nota 2

La Galleria del Cipollaio è un tunnel scavato nel Monte Cipollaio per collegare le attività marmifere di Arni e della Garfagnana al litorale versiliese (1875-1878). In origine era considerata la ferrovia dei marmi. Dal 1926 fu aperta al pubblico. Oggi vi passa la strada provinciale.

Nota 3

Fotografie eseguite da Carlo Frediani e dai figli Vincenzo e Frediano Frediani. Primi decenni del ‘900. Per gentile concessione di Sergio e Fabio Lo Jacono. È vietata la riproduzione.

Nota 4

Targa in memoria del Quarto Platano posta sull’edificio in Piazza Garibaldi angolo Via Mazzini:

Sotto le molli ombre di questi platani
ancora memori e stormenti al candore dei marmi del Forte
passarono ore e stagioni felici e feconde
auspice e nume del luogo Enrico Pea
Giovan Battista Angioletti, Carlo Carrà, Giuseppe De Robertis, Ardengo Soffici
e gli altri poeti e artisti che già respirarono
e ancora respirano e odorano queste molli ombre
in un luogo solare che ne accomunò le energie vitali

II - VIII - 1969 Piero Bigongiari

Nota 5

«...ricordo come in un sogno quando mio nonno mi teneva per mano e mi portava ad assistere alla mietitura nei campi vicino al fiume o alla spiaggia quando ancora il litorale era formato da piccoli insediamenti in continuo divenire…»

Rino Giannini

Nota 6

Fotografie eseguite da Carlo Frediani e dai figli Vincenzo e Frediano Frediani. Primi decenni del ‘900. Per gentile concessione di Sergio e Fabio Lo Jacono. È vietata la riproduzione.

Nota 7

Targa in ottone sul lato nord del basamento

Questa "Mancina" ha stivato blocchi di marmo
dal 1877 al 1943
Dopo 66 anni sui binari del pontile
dal furore bellico dissennato
è stata sepolta in mare
Nel maggio del 1995 i versiliesi vollero
che ridesse al sole di Forte dei Marmi,
non come ferro corroso dal sale ma
monumento al lavoro e alle braccia dei lavoratori,
perché il suo braccio assiduo ha collaborato
alla crescita di questa città

L'Associazione Lavoratori del Mare

Cippo in marmo lato mare

A.N.M.I. - Associazione Nazionale Marinai d’Italia
Associazione Lavoratori del Mare

A ricordo di
Adriano Palocchi
Medaglia d’Argento al Valore Civile – Montevideo
Medaglia d’Oro di Lunga Navigazione
1° Custode del Ponte Caricatore

26-04-2014 nel Centenario
Forte dei Marmi 1914 – 2014

Cippo in marmo lato monti

FORTE DEI MARMI
ai propri figli che perirono
nel secondo conflitto mondiale,
vittime civili della guerra,
perché il loro ricordo
sia sempre presente nella cittadinanza.

FEDERIGI Lorenzo
FOIS Giuseppe
FONTANA Mansueto
MAGNINI Giorgio
POLACCI Bruno
TOMMASI Dante
TOMMASI Giuseppe
morti tragicamente
nelle acque antistanti
Porto S. Stefano (Grosseto)
il 17.08.1942
in seguito all’affondamento
della motonave “Ausonia”

BERTONI Pietro
COPE Edoardo
LEONARDI Angelo
POLACCI Giancarlo
RICCI Roberto
TOGNOCCHI Italo
TONINI Vivaldo
trucidati in località Sassaia
(Massarosa) il 10.08.1944

Disclaimer

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